Nel nostro poliambulatorio vengono trattati disturbi alimentari come:
Anoressia Nervosa
Bulimia Nervosa
Disturbi dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificati
Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder
Vomito psicogeno

La terapia mira al ripristino di uno stato nutrizionale sano e di un comportamento alimentare fisiologico e salutare, interrompendo le eventuali condotte compensatore (vomito, lassativi, iperattività), tramite l’identificazione e gestione degli aspetti psicologici e relazionali della malattia e delle condizioni di comorbilità.
L’équipe è composta sia da operatori di grande esperienza che da giovani competenti. Sono particolarmente curate l’affiatamento dell’équipe e la comunicazione interdisciplinare, con riunioni periodiche e incontri straordinari ogni volta sia necessario. Al lavoro interdisciplinare viene affidato anche il compito chiarire al paziente e ai familiari su cosa compete alla sfera psicologica, cosa alla sfera psico-biologica, e cosa all’ambito psichiatrico.

PERCORSO TERAPEUTICO

Il percorso terapeutico prevede all’inizio due incontri, uno con la psicoterapeuta e uno con il medico che consentono di fare un triage, cioè di selezionare le priorità degli interventi in base alla gravità e alla tipologia del disturbo. Ciò per proporre al paziente un percorso adeguato, anche tenendo conto dell’impegno economico richiesto. Quindi tutte le attività descritte di seguito non saranno necessariamente fornite a tutti i clienti, ma saranno proposte solo quelle che ritenute più efficaci per lo specifico quadro clinico.
1) Attività medico-internistiche, psicologicamente implementate (Dott.ssa Luciana Colasanti)
L’inquadramento clinico comprende: la visita medica, con richiesta di esami ematochimici per definire lo stato nutrizionale, accertamenti ormonali, se necessari, accertamenti specialistici cardiologici e gastroenterologici.
Tutto ciò viene commentato al paziente dal medico che è anche specialista in Psicologia Clinica, al fine di far percepire come e quanto la condotta alimentare disturbata incida sul corpo. Utilizzando questo canale comunicativo, autorevole e accogliente, si stimola una riflessione sul disturbo, primo passo verso il considerare da una diversa prospettiva il proprio comportamento. Nella restituzione diagnostica, la spiegazione dell’impostazione terapeutica è già di per sé elemento motivazionale. L’impegno del medico anche sul versante psicologico attua una terapia combinata ed integrata: il lavoro medico e nutrizionale ha valenza psicoterapeutica, il lavoro psicoterapeutico si concretizza nella condotta alimentare. Ciò disconferma la scissione e la separazione mente-corpo, alla base del disturbo.
2) Attività nutrizionale (Dott.ssa Elisa Cardilicchia)
La nutrizionista elabora con il paziente un piano alimentare, in base ai gusti e alle esigenze. Col suo aiuto, scoprirai che seguire un metodo alimentare corretto significa stare meglio. La dieta, infatti, non deve essere mai intesa come obbligo ma come un apporto alimentare ottimale sia da un punto di vista nutrizionale che gustativo per il raggiungimento di una piena armonia ed equilibrio con il cibo e quindi con il proprio corpo.
Gli strumenti principali utilizzati saranno l’ascolto (counseling nutrizionale), la guida alla percezione del proprio corpo e l’elaborazione (se necessaria) di un diario alimentare che riporti parallelamente il cibo introdotto e non (e/o episodi di vomito, etc.) con le emozioni provate al momento.
3) Attività di psicologia e psicoterapia (Dott.ssa Giulia Focardi)
La psicoterapia individuale del paziente è svolta con colloqui, modulati a seconda della gravità delle condizioni organiche. Essi hanno una valenza di sostegno nelle prime fasi, quando le scadenti condizioni generali e la terapia medica impegnativa non permettono concentrazione e attenzione. Spesso è utile una psicoterapia che stimoli la narrazione inerente le relazioni familiari, le immagini oniriche della veglia, i sogni, i pensieri relativi al “qui e ora”, favorire la compliance con le altre figure del centro ed aiutare l* pazient* ad elaborare i suoi vissuti nel gestire gli input dell’équipe con lo scopo di far emergere materiale utile al
successivo lavoro elaborativo e di guarigione .
4) Attività psicologiche familiari (Dott.ssa Giancarla Monechi)
I genitori sono avviati ad un percorso psicologico attuato dal medico Psicoterapeuta. I familiari hanno la possibilità di esplicitare le loro paure (“Quanto è grave?), insicurezze (“Non so cosa fare, che cosa devo dire/rispondere” “Guarirà del tutto?”), incomprensioni del percorso internistico (“Perché deve fare questi esami? Che significato hanno?”). Sono indagate le dinamiche relazionali che hanno contribuito all’insorgenza e al mantenimento del disturbo. Si acquisiscono informazioni sullo sviluppo del paziente e sullo svolgimento della vita familiare (come si mangia, come si dorme, come si vive in famiglia) che spesso il paziente tace o riporta in modo distorto. Si forniscono strumenti per recuperare il ruolo genitoriale (autorevolezza, accoglienza e sostegno, fiducia, calma e sicurezza).
5) E’ possibile svolgere Attività motoria e propriocettiva con fisioterapista esperto.
Le anoressiche hanno un’alterata percezione del proprio corpo, si vedono più grasse e diverse da come sono nella realtà. Tramite un lavoro di consapevolezza, rilassamento e rinforzo si ripristina una corretta percezione del corpo, innescando la motivazione al cambiamento. Ciò avviene attraverso massoterapia di sfioramento e un lavoro di contrazioni isometriche e isotoniche mirate al recupero del trono-trofismo muscolare.